Canticum Diaboli «De Flammis et Dei Ruina» (2019)

Canticum Diaboli ĞDe Flammis Et Dei Ruinağ | MetalWave.it Recensioni Autore:
Snarl »

 

Recensione Pubblicata il:
19.02.2019

 

Visualizzazioni:
1269

 

Band:
Canticum Diaboli
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Titolo:
De Flammis et Dei Ruina

 

Nazione:
Italia

 

Formazione:
Laevus :: Guitars
Apostata :: Guitars
Cernunnos :: Bass, Vocals
Impudicus :: Drums

 

Genere:
Black Metal

 

Durata:
38' 2"

 

Formato:
CD

 

Data di Uscita:
08.01.2019

 

Etichetta:
Autoproduzione

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Un fulmine a ciel sereno, ecco cos’è il primo album dei Veneti Canticum Diaboli. Una band che senza il minimo buzz mediatico ci presenta il proprio primo full length autoprodotto dopo tre canzoni pubblicate su due diverse releases brevi e, devo dire, di cui non ho affatto sentito nominare. Con queste premesse era facile aspettarcisi la solita band che fa il disco troppo presto, con tanto entusiasmo ma senza sufficienti personalità o idee e che finisce per fare il passo molto più lungo della gamba, ma con i CD e il loro “De Flammis et dei ruina” non è assolutamente così.
“De Flammis...” infatti lascia basiti all’ascolto per il grado di personalità stilistica e per l’efficacia del songwriting maturata, dove il loro black metal si fa notare per una spiccata influenza death/thrash old school perfettamente amalgamata con passaggi più tipicamente Black Metal, veloci e sinistri tipo primi Watain, addirittura. E come se non bastasse, i CD giocano con queste influenze alla grande, sia quando attaccano alla giugulare con “Alba Nera” o con “Vae Victis”, sia quando ci si alterna in “Misantropia”, dove parti più oscure arpeggiate si alternano molto bene a parti recitate a livello vocale, per poi passare ad altre più violente e aggressive. E se tutto questo non bastasse a dare informazioni sulla poliedricità del sound dei CD e della loro competenza, “Laus Ultima” dovrebbe convincervi, visto che i 9 minuti di questo brano conclusivo scorrono fluidi, per un brano decisamente più ombroso e disarmonico, che in questo modo mette da parte le influenze aggressive e convincendo che i CD colpiscono anche senza suonare aggressivi.
Questo è il motivo per cui definisco “De flammis et Dei ruina” un fulmine a ciel sereno: capita sempre più raramente che le bands prima maturano come stile e poi producano ed è sempre più comune il contrario, ma con i Canticum Diaboli ci troviamo di fronte ad una band molto competente e dal songwriting strutturato e con potenziale, dove al limite l’unico difetto è dato da alcuni arrangiamenti di batteria un po’ titubanti e che vanno lenti senza un vero motivo o che vanno veloce e mordono ma lo fanno per poco tempo come in “Nox Profana”, ma per fortuna è qualcosa di molto raro e che per un debut album ci può stare. “De Flammis et dei Ruina” è un album da acquistare per chi segue e apprezza il Black Metal italiano, tanto meglio se condito da influssi Thrash che fanno avvicinare il sound di questi ragazzi a volte ai primi Enthroned ed altre a certe cose dei Gorgoroth. Praticamente, “Il nome della rosa” con un chiodo di pelle.

Track by Track
  1. Dies Irae 70
  2. Canticum Diaboli 75
  3. Vae Victis 80
  4. Misantropia 80
  5. Nox profana 70
  6. Alba nera 80
  7. Tempesta 85
  8. Laus Ultima 85
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 75
  • Qualità Artwork: 80
  • Originalità: 85
  • Tecnica: 75
Giudizio Finale
79

 

Recensione di Snarl » pubblicata il 19.02.2019. Articolo letto 1269 volte.

 

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